
Ago bianca e… uno e basta – Foto di scena (2008)
Un uomo e una donna, il loro incontro e poi dei piccoli esserini, che nulla sanno del proprio presente, figuriamoci del futuro. Parlano, litigano, giocano, fino a quando, per caso, scoprono che la realtà è ben diversa da quella che hanno immaginato fino a quel momento!
Riusciranno degli stupidi spermatozoi a organizzarsi per cambiare il corso delle cose?
Il versatile Michele La Ginestra veste i panni di Agostino, un tipo un po’ imbranato che ha trascorso l’infanzia, la pubertà e la post adolescenza fra robot e cartoni animati. Ma i raggi fotonici e i missili supersonici non possono aiutarlo a combattere quella parte di sé con cui è da sempre in lotta: Mister Testosterone (interpretato da Marco Zadra).
Adesso che ha trentacinque anni la mancanza di una storia d’amore si fa sentire, ci vorrebbe una donna intraprendente, capace di fare il primo passo. E Bianca (Beatrice Fazi) è proprio il tipo giusto, tanto che farà anche il secondo e il terzo! Il pubblico insieme a Mister Testosterone fa il tifo per Bianca, ma le sorti di questa storia scintillante e divertente verranno tessute da un folto gruppo di minuscoli esserini: gli spermatozoi. Non sono futuri bambini, non sono davvero fratelli, non si rivedranno fuori. La loro esistenza è una gara in corsa: vincerà il più veloce, il più bravo, il più selezionato. Ma se, per una volta, la corsa per la vita si giocasse seguendo altre regole? E se il traguardo fosse tagliato dallo spermatozoo più debole, più lento, magari lo zoppo del gruppo?
Adesso che ha trentacinque anni la mancanza di una storia d’amore si fa sentire, ci vorrebbe una donna intraprendente, capace di fare il primo passo. E Bianca (Beatrice Fazi) è proprio il tipo giusto, tanto che farà anche il secondo e il terzo! Il pubblico insieme a Mister Testosterone fa il tifo per Bianca, ma le sorti di questa storia scintillante e divertente verranno tessute da un folto gruppo di minuscoli esserini: gli spermatozoi. Non sono futuri bambini, non sono davvero fratelli, non si rivedranno fuori. La loro esistenza è una gara in corsa: vincerà il più veloce, il più bravo, il più selezionato. Ma se, per una volta, la corsa per la vita si giocasse seguendo altre regole? E se il traguardo fosse tagliato dallo spermatozoo più debole, più lento, magari lo zoppo del gruppo?
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